Il World Economic Forum (WEF) ritiene che la blockchain rappresenti un elemento centrale della finanza digitale sostenibile, un nuovo paradigma che combina la tecnologia emergente con modelli di business attenti all’ambiente.
In un nuovo rapporto pubblicato mercoledì, il dirigente di UBS Karin Oertli elenca la tecnologia blockchain insieme all’intelligenza artificiale, alle piattaforme mobili e all’Internet delle cose come i capisaldi della finanza digitale. Queste tecnologie, se combinate con i framework ambientali, sociali e di governance (ESG), potrebbero aiutare i governi e le aziende a raggiungere i loro elevati obiettivi di sviluppo sostenibile.
Oertli ha detto:
“Riteniamo che la finanza digitale sostenibile svolgerà un ruolo essenziale nell’incanalare in modo efficiente questo capitale per alimentare l’innovazione, la crescita e la creazione di posti di lavoro, sostenendo allo stesso tempo la transizione verso un’economia sostenibile a basse emissioni di carbonio”.
I commenti di Oertli sono coerenti con ricerche precedenti dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), che ha pubblicizzato la blockchain come un “abilitatore digitale per la finanza sostenibile” e la riduzione del carbonio. L’OCSE ha affermato:
“Le proprietà principali della blockchain e di altre DLT possono consentire una più profonda integrazione tecnologica, standardizzazione e la possibilità di nuovi modelli di business”.
Sebbene le emissioni annuali di CO2 continuino a crescere su scala globale, le nazioni occidentali sembrano aver ridotto la propria impronta di carbonio rispetto ai livelli massimi. Le emissioni di CO2 in Europa sono aumentate all’inizio degli anni ’90 prima di diminuire nel decennio successivo. Gli Stati Uniti hanno visto il loro picco nel 2007 proprio prima della crisi finanziaria globale.

La narrativa sullo sviluppo sostenibile di Blockchain è un significativo allontanamento da critiche convenzionali rivolte a Bitcoin. Come primo protocollo blockchain, Bitcoin ha preso la sua parte di calore per il suo consenso sulla prova del lavoro che prosciuga le risorse.
I tentativi di valutare l’impatto ambientale di Bitcoin variano, ma a rapporto dalla MIT Technology Review dello scorso anno ha suggerito che i minatori potrebbero pompare tanta CO2 all’anno quanto Kansas City.
Nel 2018, uno studio ampiamente pubblicato in Rivista Joule ha indicato che la rete Bitcoin consuma l’equivalente di un quarto dell’elettricità australiana.
Tuttavia, organizzazioni come l’OCSE ritengono che la tecnologia blockchain sfrutti aspetti chiave di trasparenza, verificabilità dei dati, efficienza dei processi e automazione che possono “guidare i cambiamenti sistemici necessari per fornire infrastrutture sostenibili”.
Come Note del WEF, alcune delle oltre 1.200 startup “tecnologia del clima” da lanciare dal 2013 hanno sfruttato blockchain e altre tecnologie emergenti.
Il World Economic Forum non aveva risposto a una richiesta di commento al momento della pubblicazione.